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La mia rubrica personale

La storia dell’Aloe, una pianta conosciuta da millenni

L’aloe può essere considerata la pianta più utilizzata nel corso della storia di tutta l’umanità. Basti pensare che un esempio di utilizzo farmacologico è presente su una tavoletta d’argilla sumera risalente al 2100 a.C. Sin dall’antichità essa è stata presente, per migliaia di anni, in ogni popolo che l’ha avuta a disposizione. Già gli antichi Egizi utilizzavano l’Aloe Vera per le loro cure e trattamenti di bellezza. Sul “Papiro Ebers” del 1550 a.C. c’è uno dei resoconti più dettagliati dell’Aloe. Le regine d’Egitto, comprese le leggendarie Nefertiti e Cleopatra, utilizzavano l’aloe per la cura della loro bellezza. Perfino le mummificazioni egizie vedevano la pianta di aloe protagonista, utilizzata per evitare la putrefazione del corpo, preservandone la bellezza assoluta necessaria per il passaggio dal mondo dei vivi al mondo dei morti. Nelle Filippine, unita al latte, veniva utilizzata nelle infezioni renali. In Mesopotamia nel 2100 a.C. su una tavoletta sumera, vengono incisi usi e utilizzi per i suoi principi benefici e curativi.

Cristoforo Colombo, passato alla storia come “l’esploratore del Nuovo Mondo” in un suo scritto dichiara che quattro piante sono indispensabili per l’uomo: il frumento, la vite, l’olivo e l’Aloe. La prima nutre, la seconda rallegra, la terza dà armonia e la quarta dà salute.

 Thomas Edison dichiarò: “Il medico del futuro non prescriverà farmaci al paziente, ma lo indurrà ad interessarsi maggiormente al proprio organismo, alla propria alimentazione, alla causa ed alla prevenzione delle malattie”.

 Un’altra testimonianza illustre e più recente è quella di Mohandas “mahatma” Gandhi (1869-1948). Queste sono le sue parole durante un’intervista: “mi chiedi quali forze segrete mi sostenessero durante i miei lunghi digiuni? Ebbene, furono la mia incrollabile fede in Dio, il mio stile di vita semplice e frugale e l’Aloe di cui scoprii i benefici alla fine del XIX secolo, al mio arrivo in Sud Africa”:

 Plinio il Vecchio, nel trattato “Historia Naturalis”, descrive le proprietà terapeutiche dell’Aloe per i disturbi di stomaco, per accelerare la guarigione delle ferite, per il mal di testa, per i problemi di stipsi, per le irritazioni cutanee e addirittura per la calvizie.

 L’Aloe viene menzionata in numerosi passi della Bibbia, (Numeri, Cantico dei Cantici) e nel vangelo di San Giovanni (19.3) come componente della mistura usata per ungere il corpo di Gesù dopo la discesa dalla croce.

Leggende narrano che Alessandro Magno il Grande si sia spinto a conquistare l’isola di Socotra (vicino al Corno d’Africa), nel lontano Oceano Indiano, per avere a disposizione una buona riserva di aloe, così da poter curare le ferite dei suoi soldati durante le battaglie.

Queste alcune rappresentazioni storiche dell’aloe vera da parte di alcuni popoli...

  • Egizi: “Pianta dell’immortalità”
  • Monaci: “Pianta miracolosa”
  • Sumeri: “Magiche Virtù”
  • Templari: “Elisir di Gerusalemme”
  • Tuareg: “Giglio dal deserto”
  • Indù: “Guaritrice silenziosa”
  • Cinesi: “Rimedio armonioso”
  • Russi: “Elisir della longevità”
  • Semìnole: “Fontana della giovinezza”
  • Romani: “Pianta dell’ustione”
  • Numerosi popoli: “Guaritrice naturale”

Ancora oggi l’aloe porta in tutte le case i suoi benefici. 

Le specie di aloe esistenti sono 500 e di queste 200 vengono studiate.

Tra queste 200 studiate, la pianta di Aloe Vera è quella che ha riscosso il maggiore successo per innumerevole ragioni, le principali sono che è una pianta facile da coltivare, resiste senza terra e acqua a lungo ed è facile da raccogliere, combattiva per occuparsi e donare il meglio a noi, per il nostro benessere, come se questo sia il suo unico e fondamentale scopo di vita.

La pianta si diffuse anche in estremo oriente, in India, in Malesia e Cina. Proprio alle Barbados la pianta trovò un terreno ed un clima ideali a tal punto, che il botanico Miller la volle chiamare Aloe Vera Barbadensis Miller. Quest’ultima rimane ancor oggi la più utilizzata nel mondo perché è quella che ha le maggiori proprietà riconosciute.

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